Cosa fare e cosa vedere a Mele e Acquasanta? Scopriamo di più su questo affascinante territorio, ricco di tradizioni antiche.
A Sud, Mele si estende verso il Mar Ligure che bagna la cittadina di Voltri e disegna il bel golfo di Genova; a nord, arriva a comprendere alte cime montuose che ne delimitano il territorio.
Il turista che si trova a transitare sul territorio melese passando per il paesaggio di mare della riviera ligure di ponente, può scegliere di giungere fino all’imbocco dei sentieri panoramici dell’appenino ligure più a nord.
Questi raggiungono l’Alta Via dei Monti Liguri e il Parco del Beigua con bellissime passeggiate o con escursioni di media difficoltà; e con vette dalle quali si può dominare l’impareggiabile vista del Golfo Ligure, dalla Francia fino alla costa Toscana.
La visita al Museo della Carta di Mele può dunque essere l’occasione per soggiornare a Mele e nella frazione di Acquasanta, dove ristoranti e trattorie accolgono i viaggiatori con piatti tipici genovesi. Infatti, ad Acquasanta è possibile prolungare il soggiorno in agriturismi, terme e bed&breakfast, lontani dal caos cittadino e allo stesso tempo vicini al capoluogo ligure (30 minuti).
Di seguito elenchiamo i principali eventi e i principali luoghi di interesse culturale e turistico di Mele e Acquasanta.
Durante le serate autunnali l’Oratorio di Sant’Antonio Abate apre le porte per l’ascolto di concerti di musica classica e serate a tema. Godere delle note dell’organo Locatelli (1893), ammirare gli stucchi settecenteschi di Rocco Cantone, le preziose tele di Carlo Giuseppe Ratti e la grande cassa processionale capolavoro di Anton Maria Maragliano all’interno di uno spazio unico, carico di bellezza e storia.
Nel centro di Mele migliaia di spettatori si incontrano e partecipano liberamente ad una giornata divertente e conviviale insieme ad artisti di fama nazionale ed internazionale: equilibristi, clowns, giocolieri, burattinai, maghi, musicisti. Il paese, per l’occasione libero dalle auto, si veste a festa e ospita un mercatino artigianale ligure, stand gastronomici ed il tipico polentone.
La Confraternita di Sant’Antonio Abate organizza ogni anno, presso la piazza dell’Oratorio, la tradizionale sagra con musica, danze e stand gastronomici, dove viene servita la tipica focaccetta soffice, dolce o salata. I fondi reperiti vengono utilizzati per il restauro dell’Oratorio, opera settecentesca di immenso valore artistico.
La festa di Nostra Signora dell’Acquasanta, presso il superbo Santuario, si svolge sempre nell’ultima domenica di luglio, anniversario dell’incoronazione della statua lignea della Vergine accolta nella Cappella dell’Apparizione (Cappelletta) che sorge nel punto preciso dove sgorga la fonte di acqua sulfurea. Il Santuario è meta di tanti pellegrini ed è stato la cornice del regale matrimonio della Beata Maria Cristina di Savoia.
A Ferragosto, storia, arte e tradizione si traducono nella caratteristica processione, da Mele al Santuario dell’Acquasanta, dei Cristi e della Cassa lignea di Sant’Antonio Abate. Il parco attorno al Santuario, i ristoranti, le locande accolgono i pellegrini che potranno godere di cibi genuini e incomparabile frescura. La sera la festa si conclude nel centro di Mele, con piatti tipici e musica proposti dalla Confraternita di Sant’Antonio Abate. Per tutto il mese di agosto continuano ogni domenica le processioni al Santuario delle altre Confraternite del territorio.
Ad Acquasanta (frazione del Comune di Mele) si trova questo mistico luogo di culto, considerato dai melesi il “loro Santuario” mariano per eccellenza. L’origine del Santuario non è nota ma, secondo la tradizione popolare, è antichissima: sarebbe esistita in principio una piccola cappella, costruita sulle rovine di un tempio pagano dedicato alla ninfa Eja, da cui avrebbe preso il nome il torrente Leira che scorre lì vicino. Sempre secondo la tradizione, la statua della Madonna sarebbe stata trovata da un gruppo di pastori sullo scoglio dove ora sorge una Cappella che la accoglie e punto preciso dove sgorga la fonte di acqua sulfurea.
La prima notizia certa sul Santuario dell’Acquasanta si trova in un documento del 1465, in cui si nomina l’Arciprete Bartolomeo Valdettaro della Pieve di Palmaro quale custode della chiesa. Da ciò si può dedurre che quel piccolo tempio dedicato alla Vergine fosse oggetto di devozione già prima del 1400. Dal 1600 in poi le cronache del tempo testimoniano del grande prestigio del Santuario dell’Acquasanta, dove accorrevano “gran truppe di pellegrini” e “intere popolazioni”. Si ha memoria certa che, sin dal XVI secolo, al Santuario si recassero in processione le antiche Confraternite genovesi, molte delle quali continuano ancor oggi a recarsi al Santuario durante il periodo estivo.
La prima pietra dell’attuale costruzione fu benedetta il 20 luglio 1683; i lavori su progetto attribuito a Carlo Muttone, furono portati a termine nel 1710, con annesso il braccio più antico, il sinistro, destinato ad ospizio dei pellegrini (l’ala destra fu aggiunta nel 1845).
Il nuovo edificio mancava ancora degli altari e del campanile, la cui costruzione ebbe inizio nel 1749.
Tra gli eventi più celebri della storia del Santuario dell’Acquasanta sono annoverate le nozze regali, celebrate il 21 novembre 1832, tra il re di Napoli Ferdinando II di Borbone e la principessa Maria Cristina di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele I e di Maria Teresa d’Austria.
La festa di N.S. dell’Acquasanta si svolge sempre nell’ultima domenica di luglio, anniversario dell’incoronazione della statua della Cappelletta.
La Confraternita dell’Oratorio di Sant’Antonio Abate di Mele, si reca in pellegrinaggio con i “Cristi” e la “Cassa” al Santuario di N.S. di Acquasanta il 15 agosto (Festa dell’Assunta). La Cassa Processionale di Sant’Antonio, scultura lignea del Maragliano, è l’unica che per raggiungere il Santuario non sale la Scala Santa poiché troppo pesante ed ingombrante per essere portata a spalle in quella difficile arrampicata.
La chiesa, con la sua bella facciata a due campanili, portati a termine nel 1910, si apre a ventaglio sul vasto piazzale ombreggiato da maestosi platani. Il prospetto del tempio fu realizzato nel 1900 su disegno dell’architetto Maurizio Reggio, mentre il portale fu realizzato nel 1907. Nello scomparto centrale della facciata c’è l’affresco dell’Assunta; ai lati, entro le nicchie, sono le statue dei Santi Pietro e Paolo, della venerabile Maria Cristina di Savoia e della venerabile Giovanna Maria Battista Solimani. Tutte le opere appartengono a Giovanni Battista Traverso. Sulla stessa facciata due lapidi ricordano il matrimonio di Ferdinando e di Maria Cristina e la visita di Papa Benedetto XV, quando era ancora Arcivescovo di Bologna.
La pianta della chiesa è a croce latina: vi è un’unica navata, con quattro altari laterali in cappelle. Alla sinistra entrando si presenta l’altare “dei cartai”, probabilmente offerto dagli stessi ai loro santi protettori (San Giuseppe, Santa Lucia, San Cipriano, e San Gottardo). La seconda Cappella è dedicata a Sant’Anna; nelle nicchie a sinistra si susseguono le statue di Sant’Antonio, di Sant’Erasmo, di Davide e di fronte il busto di un Vescovo sconosciuto.
L’altare maggiore (XVII -XVIII secolo) è opera di Francesco Schiaffino; la statua della Madonna, posta nella nicchia è opera di Tomaso Orsolino (XVII secolo). Completano l’altare tre statue che raffigurano le virtù teologali. Ai lati delle due colonne dell’altare maggiore due statue raffiguranti Sant’Anna e San Gioacchino furono scolpite da Pier Giuseppe Saggini nel 1814.
Il complesso delle Terme di Genova Acquasanta sorge sulla sponda sinistra del torrente Acquasanta in prossimità del Santuario omonimo.
La realizzazione dello stabilimento termale si deve all’iniziativa dell’Opera Pia Nostra Signora dell’Acquasanta di Voltri, che decide di far progettare e costruire i bagni pubblici per consentire l’utilizzo dell’acqua solforosa, che sorga ai piedi della Cappella, per le cure dei malati meno abbienti. Le terme vengono realizzate tra il 1830 ed il 1832 e fino al primo conflitto mondiale funzionano regolarmente in conformità agli scopi per i quali sono state erette.
Tra gli anni ’30 e ’40 il primo piano viene adibito a scuola elementare mentre il piano terra rimane destinato alle funzioni termali, fino a quando, nel 1943, viene chiuso ed occupato dai soldati dell’esercito tedesco che ne asportano le vasche di marmo per utilizzarle come abbeveratoi per i cavalli, posizionandole nel giardino dove ancora oggi si trovano.
L’edificio termale ottocentesco costituisce un importante esempio di architettura neoclassica con una forte impronta genovese legata all’architettura di villa di derivazione alessiana.
L’Oratorio di Sant’Antonio Abate, di origine settecentesca, è composto da un insieme di edifici aggregatisi nel corso del tempo: la chiesa con la sacrestia, le case dell’Oratorio, il sacello dove è custodita la Cassa di Sant’Antonio.
L’ingresso della chiesa è sul lato lungo della costruzione e dà accesso diretto alla navata unica che la compone. L’interno rispecchia il tipico arredo di oratori dello stesso periodo: l’aula decorata sui due lati lunghi rinvia ai due estremi dove trovano posto il coro per i confratelli con la cantoria e l’organo e, dall’altro capo, l’altare dietro il quale vi è l’ingresso alla sacrestia.
La decorazione interna è espressione del gusto della fine del ‘700, ampie superfici ricoperte di stucchi che inquadrano dipinti, che formano la struttura di sostegno della cantoria e dell’organo, che fanno da fondale prospettico all’altare. L’esecuzione di quest’opera fu affidata a Rocco Cantone.
Il ciclo pittorico di Carlo Giuseppe Ratti con storie della vita di Sant’Antonio Abate (1777-1782) è formato da 12 tele dipinte ad olio inserite nelle cornici mistilinee a stucco realizzate per loro. Non molti anni fa furono ritrovati nell’Oratorio i bozzetti preparatori.
Sul lato destro della navata, verso il coro, si apre una nicchia dove attualmente è alloggiata una cassa processionale chiamata dai vecchi melesi Sant’Antonio il Vecchio. In effetti dal recente restauro si potuto stabilire che è una delle più antiche della Liguria databile all’ultimo decennio del XVI secolo: già nel 1639 risultano diversi pagamenti per “aggiustature” corrispondenti all’attuale strato pittorico.
Il coro in legno sembra databile alla fine del XVII – inizi del XVIII secolo. La soprastante cantoria fu realizzata sempre da Rocco Cantone nel 1775 per l’organo Roccatagliata, secondo il Pareto, proveniente dalla chiesa parrocchiale per la quale fu acquistato nel 1729, e sostituito con l’attuale poderoso organo Locatelli Giacomo di Bergamo nel 1893. Al centro del soffitto, verso l’altare, vi è un affresco rappresentante l’Ascensione, eseguito da Gerolamo Costa nel 1809.
Le croci processionali, che nella pia devozione confraternale vengono chiamati “Cristi”, attualmente custodite nell’Oratorio sono tre.
La pala dell’altare è stata attribuita alla tarda maturità di Andrea Ansaldo (1584-1638) che la eseguì dopo il 1625 in quanto in questa data San Bernardo di Chiaravalle venne proclamato Protettore di Genova e furono prodotti molti dipinti con l’episodio della “lactatio Bernardi”. Nel 1637, però, il dipinto subì una modifica ad opera di Orazio De Ferrari (1606-1657), al fine di aggiornarlo iconograficamente a seguito della proclamazione della Vergine a Regina di Genova e la sua mano è riconoscibile nel Bambino e nella testa di Sant’Antonio Abate.
La sacrestia è ornata nel soffitto da un affresco raffigurante la Trinità, eseguito da Giuseppe Canneva nel 1798.
L’unione dei comuni Stura Orba Leira (SOL), nata nell’aprile 2011, comprende i comuni di Mele, Masone, Campo Ligure, Rossiglione e Tiglieto. L’Unione ha l’obiettivo di individuare strategie di pianificazione, gestionali e politico-territoriali, per un miglioramento dei servizi, messi a forte rischio dalle odierne manovre finanziarie e dalla crisi economica che si è abbattuta sull’Europa.
Sono presenti nei Comuni dell’Unione SOL centri museali che narrano la storia dei luoghi proprio partendo da quelle che erano le attività presenti e che hanno costituito lo sviluppo di questi comuni. Questo il documento.pdf di approfondimento sul percorso museale valli SOL.
Per approfondire le attrazioni culturali e turistiche della zona potete accedere al sito del Comune di Mele.